Il 1° maggio è stato pubblicato in G.U. un Decreto che interviene pesantemente su molti aspetti della vita della scuola che, da autentica risorsa per il Paese, torna ed essere terreno di tagli e di scontro politico. Da tempo lo stiamo denunciando. Del resto i documenti di programmazione economica pluriennale non prevedono investimenti nella scuola, ma ulteriori tagli di ben 7,5 miliardi per i prossimi anni. Siamo il fanalino di coda in Europa nel rapporto Pil e spese per il sistema d’istruzione.
Eppure, la recente accoglienza dei profughi ucraini lo dimostra ulteriormente, la scuola pubblica si sta confermando uno dei più efficaci strumenti di integrazione, attraverso atti di concreta e solidale nell’ottica di una vera cultura di pace. Meriterebbe rispetto e un trattamento diverso.
Invece, solo dopo qualche giorno dal voto per il rinnovo delle RSU che ha visto una forte partecipazione democratica con oltre il 70% di lavoratori eleggere i propri rappresentanti in ogni scuola, il Governo decide di procedere unilateralmente per decreto su tematiche così importanti e di competenza contrattuale.
Per questo le Organizzazioni sindacali della scuola, (FLC CGIL,CISL, UIL,SNALS e GILDA) hanno deciso di iniziare una mobilitazione, a partire dai lavoratori, per arrivare a coinvolgere l’intera comunità educante che si vede ridurre l’ambito di autonomia, anch’esso di rilevanza costituzionale, al pari della libertà di insegnamento, che rischia di subire inaccettabili condizionamenti.
Con il Decreto si sottraggono le risorse aggiuntive inserite in legge di Bilancio per il rinnovo del contratto (scaduto ormai dal 31 dicembre del 2018) dirottandole verso modalità di formazione decise unilateralmente, con la previsione di tagliare l’organico nei prossimi anni. Prendendo anche una parte delle risorse attualmente utilizzate per la card docenti.
Il tutto senza dare risposte al tema del precariato (ricordiamo che oltre il 20% del personale scolastico è precario); anzi il sistema di reclutamento delineato nel Decreto, ulteriormente appesantito nei tempi e nei requisiti, diventa una corsa ad ostacoli senza una programmazione adeguata e senza prevedere per i precari uno specifico percorso di accesso al ruolo.
Ci sono tutte le ragioni per riprendere una una forte mobilitazione, a partire da una campagna di informazione capillare rivolta non solo al personale della scuola, ma anche alla società civile e alle famiglie, per comunicare che tali provvedimenti non riconoscono l’importanza delle politiche dell’istruzione e della formazione, non rafforzano il ruolo della scuola pubblica nei nostri territori, non garantiscono il pieno esercizio del diritto allo studio.
La mobilitazione di tutto il personale, indetta dai sindacati della scuola, vuole rimarcare il dissenso contro il Decreto Legge 36, per ottenerne radicali modifiche e rivendicare il rinnovo del contratto, per il quale si chiede l’immediato avvio delle trattative. È in tale sede che va ricondotto anche il confronto sui percorsi di valorizzazione professionale per i quali è comunque indispensabile l’investimento di specifiche risorse.
Di seguito le iniziative programmate:
- Convocazione di tutte le RSU elette nelle ultime elezioni per la giornata di venerdì 6 Maggio alle ore 15 in diretta streaming con l’intervento dei 5 segretari generali di categoria (seguirà volantino iniziativa)
- Convocazione direttivi unitari dei 5 sindacati, per la giornata del 13 Maggio alle ore 15, sempre in modalità on line
- Dal 3 Maggio proclamazione dello stato di agitazione con invio piattaforma rivendicativa su cui avviare le procedure di raffreddamento e contestuale blocco delle attività aggiuntive per tutto il personale della scuola
- Incontro con i parlamentari nelle realtà provinciali.
Questi momenti di mobilitazione potranno sfociare anche in uno sciopero generale per dar forza alle nostre ragioni.
Nelle prossime ore ci confronteremo con le altre OO.SS. del territorio, per stabilire un piano di mobilitazione nella provincia di Teramo
FLC CGIL TERAMO
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