ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “Alessandrini-Marino

CAPOFILA RETE SCUOLE GREEN della PROVINCIA DI TERAMO

Piantumazione: GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 22 aprile 2021 

Risultato immagine per Lions Club Teramo logo. Dimensioni: 102 x 106. Fonte: www.wyreforestriders.org.uk
Donato da: Lions Club Atri – Terre del Cerrano

MELOGRANO  

Nome scientifico: PUNICA GRANATUM L.

 FAMIGLIA: Lythraceae

Il nome del genere “Punica” deriverebbe da “Malum punica”, “Mela Punica”, con il quale i Romani chiamavano la Pianta. Il termine “punica” sarebbe legato al nome romano della regione geografica costiera della Tunisia e dell’omonima popolazione (altrimenti chiamata “cartaginese”), di estrazione fenicia, che colonizzò quel territorio nel VI secolo a.C.. Il Melograno giunse a Roma proprio da quella regione. Il nome della specie, “granatum”, è riferibile al gran numero di “grani” contenuti nei frutti della Pianta.

Il Melograno si presenta come ARBUSTO CESPUGLIOSO o ALBERELLO dalla chioma arrotondata. 

Melograno Wonderful - YouTube

Ha forte tendenza a produrre polloni radicali, quindi ad infittirsi alla base; il portamento ad albero è favorito dall’asportazione dei getti basali. 

I RAMI, talora, possono essere spinescenti. 

Le FOGLIE sono lanceolate, lucide, coriacee; in Autunno assumono sfumature giallo oro, poi cadono. 

I FIORI, con petali di colore rosso vivo, compaiono sulla pianta da fine Maggio a Luglio.

Il melograno: un frutto dalle origini antichissime con eccezionali  proprietà benefiche e cosmetiche
melograno fiore frutto

MELAGRANA: con questo nome si indica il frutto della pianta. 

I FRUTTI sono bacche chiamate balausti. Somigliano ad una mela con dimensioni che dipendono dalla varietà della specie; maturano tra Settembre e Novembre. Hanno un involucro esterno liscio, duro, coriaceo, di colore bruno rossastro, ricco di tannini; l’estremità apicale presenta una coroncina, residuo dei segmenti del calice fiorale.

La parte interna del frutto è divisa in logge delimitate da un tessuto di colore giallino, a consistenza spugnosa, non commestibile. Le logge contengono numerosissimi “grani”, di forma grossolanamente prismatica, contigui, commestibili. Ognuno è costituito da una polpa succosa traslucida, profumata, di colore “rosso granata” in cui è immerso un piccolo seme legnoso, cuore duro di ciascun grano. Il succo estratto dalla polpa dei grani ha una base di sapore dolce, fondo acidulo, tono leggermente astringente. Grazie all’involucro robusto, i frutti si conservano integri per lungo tempo. 

Melograno, vola il made in Italy - AgroNotizie - Vivaismo e sementi

Le piante fruttificano solo dopo 3-4 anni. Per ottenere una buona produzione di frutti, è consigliabile eliminare periodicamente i polloni radicali. 

La RIPRODUZIONE DELLA PIANTA avviene per seme; si effettua raramente perché i tempi di crescita delle piantine sono molto lunghi. 

La PROPAGAZIONE VEGETATIVA si esegue per talee legnose o per polloni radicali.

Babilonesi, Egizi, Fenici, Greci e Romani conoscevano la pianta di Melograno; ma la sua origine si colloca nelle Regioni comprese tra la Persia ed India Occidentale. I Fenici la portarono a Cartagine, dove fu ampiamente coltivata; di qui, attraverso i Greci e poi gli Arabi, si è diffusa in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dove ancora oggi è naturalizzata e coltivata. Israele, Turchia e Spagna, più di altri, hanno sostenuto la coltivazione del Melograno.

In Italia, sino a qualche tempo fa, il Melograno era presente in ville e giardini per scopi ornamentali, mentre il frutto, la melagrana, lo si notava talora in salotti e cucine come elemento puramente decorativo. Oggi, grazie alla valorizzazione delle preziose proprietà di tutte le sue parti, la pianta è coltivata in maniera intensiva in Sicilia e in Puglia, ma anche in Lazio, Calabria e Basilicata.

Della specie esistono diverse varietà coltivate (cultivar).

La cultivar ”wonderful”, diffusa in molte regioni del Pianeta, si distingue per le ottime proprietà organolettiche, per produttività costante ed elevata dei frutti.

Usi

I frutti del melograno sono dotati di proprietà terapeutiche note fin dall’antichità, Ippocrate (460 a. C. -377 a. C.) li consigliava ad esempio nella cura della dissenteria. La spremitura dei semi fornisce un succo che fatto bollire con miele o zucchero dà il cosiddetto “sciroppo di granatina”, utilizzato come bibita dissetante. La melagrana possiede anche proprietà tintorie, infatti dalla buccia del frutto o malicorium e dai semi si può ottenere un pigmento il cui colore va dal giallo – arancio al rosso-bruno, in base al grado di maturazione del frutto. Questo pigmento si dimostra molto solido nei confronti dei lavaggi e della luce e può essere utilizzato sia per fibre di origine vegetale, che per fibre di origine animale, come la lana. Il suo impiego è stato molto vasto in passato, fin dall’epoca babilonese, soprattutto nella tintura dei tappeti asiatici, per la quale era possibile ottenere una vasta gamma di colorazioni, usandolo in combinazione con il solfato ferroso o con l’indaco. Questo colorante è stato utilizzato anche in Europa per la stampa a mano dei tessuti ed in Marocco per la concia del cuoio marocchino. Dalla corteccia dei rami e delle radici della pianta del melograno si può ottenere un potente vermifugo e tenifugo, noto come “Cortex granati”, la cui azione dipende dalla presenza di alcaloidi, come la pelletierina e l’isopelletierina.

Il melograno nella mitologia.

Il frutto del melograno a causa del suo aspetto molto peculiare, con i numerosi grani interni visibili a maturità, la vivace colorazione rossa e la capacità di mantenere il proprio aspetto vistoso per un periodo abbastanza prolungato, quasi come un ornamento, fin dalla più remota antichità si è caricato di molteplici significati simbolici, collegati soprattutto alla prosperità, alla fertilità ed al sangue.

Nell’antico Egitto il melograno era ritenuto pianta sacra ed era utilizzata nelle cerimonie funebri, un frutto di questa pianta è stato infatti ritrovato nella tomba di Djehut, maggiordomo della regina Hatshepsut.

Nel mondo greco una leggenda vuole che il primo esemplare di questa specie sarebbe nato per volere di Afrodite nell’isola di Cipro e per questo fu considerato sacro dagli abitanti dell’isola.

Questo mito lascerebbe intendere che il melograno sia giunto in Grecia dal Medio Oriente, tramite l’isola di Cipro. Un altro mito greco sostiene invece che l’albero sia nato dal sangue di Dioniso – Zagreo, figlio illegittimo di Zeus e Persefone, che, ancora bambino, fu rapito dai Titani su commissione di Era. Il povero Dioniso-Zagreo fu fatto a pezzi e messo a bollire in un calderone, e da una goccia del suo sangue caduta a terra si sarebbe originato il primo melograno. Questa pianta è legata anche alla figura mitologica di Persefone (Proserpina per i Latini), figlia di Demetra che venne rapita da Ade per aver gustato 6 grani del frutto proibito del melograno. Per punizione Persefone fu costretta a vivere per due due terzi di ogni anno con la madre sulla terra ed un terzo con Ade che divenne suo marito. Con questo mito gli antichi greci volevano spiegare l’alternanza delle stagioni. Il melograno rivestiva quindi un ruolo speciale nelle cerimonie dedicate a Demetra tanto che ad Eleusi, in Attica, centro di questo culto, i sacerdoti si incoronavano il capo con i rami di questa pianta.

Nella cultura greca moderna il melograno riveste ancora una grande importanza in quanto è considerato segno di prosperità e fertilità, ma anche di rinnovamento e rigenerazione, per questo è molto usato con valore beneaugurante nei rituali che circondano il Capodanno.

Gli antichi persiani sembrano essere stati particolarmente affascinati dal simbolismo del melograno, tanto che lo storico greco Erodoto ricorda che i soldati dell’imperatore Serse recavano sulle loro lance delle melagrane in rilievo.

Il melograno nella Bibbia

Il melograno è citato 31 volte nella Bibbia e questo dimostra come la pianta fosse largamente diffusa in Palestina, ma anche in Egitto. Presso gli Ebrei il melograno era simbolo di armonia, correttezza ed onestà e nella Bibbia è citato come uno dei 7 frutti della Terra Promessa ed anche una delle sette specie vegetali (due grani e cinque frutti) che erano ammesse per le offerte nel Tempio. Prima dell’arrivo degli Ebrei la coltura del melograno era già diffusa nella terra di Canaan, infatti nel libro dei Numeri è ricordato come uno dei tre frutti portati a Mosè dai suoi esploratori, per dimostrare la fertilità della terra di Canaan: “E giunsero al torrente di Eshkol, e di là tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, e lo portarono in mezzo a due su un bastone; e portarono delle melagrane e dei fichi ” (Numeri 13:23).

Nel libro dei Re (1 Re, 7, 20) si legge che nella reggia voluta da Salomone vi erano colonne che avevano “duecento melagrane in file intorno ad ogni capitello” e nel tesoro del tempio di Salomone vi erano melagrane dorate. Si ritiene che il calice persistente alla sommità del frutto del melograno abbia ispirato la forma della corona del re Salomone e da allora l’aspetto della corona di tutti i sovrani europei. Anche i paramenti dei sacerdoti del Tempio di Gerusalemme erano ornati con disegni di melagrane. Secondo una credenza popolare ebraica il frutto del melograno conterrebbe 613 semi, quanti sono i comandamenti nella Torah, mentre l’espressione “pieno come una melagrana” indicherebbe una persona che osserva molti comandamenti. Attualmente Israele rappresenta un importante centro di coltivazione del melograno, soprattutto di varietà dai frutti di colore rosso intenso.

La forma del calice persistente del fiore del melograno ha ispirato l’aspetto
della corona del re Salomone.

Il melograno nell’arte

Per la caratteristica forma e colorazione dei frutti e per il suo valore simbolico il melograno è stato frequentemente oggetto di rappresentazioni artistiche. Il fiore ed il bocciolo del melograno erano chiamati in greco ‘balaustion’, dal momento che i boccioli carnosi hanno una caratteristica forma allungata, ristretta alla base, hanno ispirato la forma delle piccole colonne utilizzate nella realizzazione dei parapetti, questa tipologia di parapetto è stata definita balaustrata o balaustra.

Balaustra nella quale le colonne riproducono in forma stilizzata

I boccioli del melograno.

Nell’ambito della pittura si può ricordare in primo luogo la celebre Madonna della melagrana, dipinto a tempera su tavola eseguito nel 1487 da Sandro Botticelli e conservato a Firenze nella Galleria degli Uffizi. In questo dipinto la melagrana che la Madonna e il bambino tengono in mano rappresenta un simbolo di fecondità e regalità, ma anche di sacrificio, poiché i grani rossi del frutto ricordando gocce di sangue simboleggiano il sacrificio di Gesù, inoltre il frutto con i suoi grani serrati tra loro allude all’unità della chiesa e della società, così come gli angeli che fanno da corona alla Vergine.

Un altro dipinto molto noto nel quale compare la melagrana è il ritratto dell’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo, dipinto da Albrecht Dürer nel 1519 e conservato nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.

La melagrana rappresenta inoltre un soggetto molto frequente nella rappresentazione delle cosiddette “nature morte”.

Anche in questo caso la melagrana con i suoi chicchi rappresenta un simbolo di coesione e di unità nella diversità e quindi dello stesso impero asburgico, con i suoi diversi popoli che si riconoscevano nella guida del sovrano.

Il melograno nella letteratura

Il melograno compare in diverse opere letterarie tra le quali la più nota è Romeo e Giulietta di William Shakespeare dove nell’Atto terzo – Scena quinta, il dialogo tra i due protagonisti si svolge presso un melograno nel giardino dei Capuleti. Per quanto riguarda la letteratura italiana si possono citare i notissimi versi di Giosuè Carducci:

“L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano, / il verde melograno / da’ bei vermigli fior”,

(Carducci, Pianto antico).

In Spagna Federico Garcia Lorca dedica una poesia al frutto del melograno, tessendone le lodi e sottolineando il suo carattere speciale rispetto agli altri frutti, così recita la sua Ode alla melagrana:

– È la melagrana profumata/ un cielo cristallizzato./ Ogni grana è una stella/ Ogni velo è un tramonto…….

La melagrana è un cuore/ che batte sul seminato,/ un cuore sdegnoso/ dove non beccano gli uccelli,/ un cuore che fuori/ è duro come il cuore umano/ ma dà a chi lo trafigge/ odore e sangue di maggio…..

O melagrana aperta, tu sei/ una fiamma sopra l’albero,/ sorella carnale di Venere,/ riso dell’orto ventoso….”- Ti circondano le farfalle/ credendoti un sole fermo/ e per paura di bruciarsi/ ti sfuggono i vermi….Potessi essere come sei tu, frutto, /passione sulla campagna!